Dopo 14 di anni di assenza la Formula Uno ritorna finalmente a Imola, città simbolo del motorismo automobilistico. Il 1 novembre, infatti, l’Autodromo Enzo e Dino Ferrari ospiterà il Gran Premio dell’Emilia Romagna, terzo appuntamento italiano del mondiale 2020 insieme a quello di Monza e del Mugello. L’evento, accolto con entusiasmo da tutti gli appassionati, segnerà il ritorno alla ribalta del Santerno, un circuito mitico dove, dal 1980 al 2006, la Formula Uno si è svolta ininterrottamente consegnando alla storia alcune tra le pagine più importanti del mondo delle quattro ruote.
Da Nelson Piquet a Didier Pironi, da Alain Prost ad Ayrton Senna, fino a Fernando Alonso e Michael Schumacher: sono tanti i campioni che con le loro performance hanno lasciato il segno sul tracciato di Imola, esaltando le proprie qualità e regalando al pubblico sfide e momenti memorabili. Tra questi non mancano anche eventi drammatici come accadde in quel maledetto 1 maggio 1994 quando, a bordo della sua Williams, Ayrton Senna uscì di strada al settimo giro (alla curva Tamburello) schiantandosi contro il muro a bordo pista. Il tre volte campione del mondo aveva solo 26 anni.
Il 1 novembre, dunque, sarà la volta di Lewis Hamilton, Charles Leclerc, Sebastian Vettel, Max Verstappen che si daranno battaglia in un circuito parzialmente rivisto. Dopo l’ultima gara del 2006, che vide la vittoria di Michael Schumacher, l’Autodromo ha subito lavori di ricostruzione e ammodernamento. Gli interventi di modifica al tracciato, eseguiti sotto la direzione dell’architetto Hermann Tilke, hanno portato all’eliminazione della Variante Bassa per le auto. Gli anni successivi hanno poi visto ulteriori lavori per adeguare la pista ai massimi standard qualitativi e di sicurezza richiesti dalla FIA per ospitare gare a livello internazionale. Questi hanno portato all’omologazione per la Formula Uno e al sogno che tanti aspettavano e agognavano: il ritorno del Gran Premio a Imola.
Mancano ancora due mesi all’inizio della gara, ma per molti l’evento in programma rappresenta già una vittoria: per la città, la Motor Valley e tutti gli appassionati che, sul circuito del Santerno, ritroveranno il rombo assordante dei motori e lo sfrecciare delle Ferrari e di tutte le altre vetture monoposto.
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Anche in questo particolare 2020, Bologna non ha mancato il suo rituale appuntamento con il cinema e con quello che è da sempre uno degli eventi più attesi dell’estate. Il 4 luglio, infatti, si è aperta “Sotto le stelle del cinema”, la rassegna organizzata dalla Cineteca di Bologna e giunta quest’anno alla sua ventiseiesima edizione con un format senza precedenti. Diversamente dalle passate edizioni la proiezione dei film non avverrà in una singola location, ma in due spazi distinti: la monumentale Piazza Maggiore, sede storica della rassegna, e la BarcaArena, allestita al Centro Sportivo Barca(Via Raffaello Sanzio, 8), che proporrà tutte le sere, in contemporanea, alle ore 21.30, lo stesso programma.
Bologna riscopre e celebra la scultura lignea italiana. Fino al 9 settembre il Museo Civico Medievale (Via Manzoni, 4) ospiterà Imago Splendida. Capolavori di scultura lignea a Bologna dal Romanico al Duecento. L’esposizione rappresenta un’importante momento di ricognizione della produzione scultorea lignea che interessò la città felsinea dal XII al XIII secolo. Curata da Massimo Medica e Luca Mor, la mostra restituisce dignità critica a un periodo che per troppo tempo la storiografia artistica ha trattato con sufficienza e consente anche grazie alla collaborazione della Curia Arcivescovile di Bologna e della Fondazione Giorgio Cini di Venezia, di fissare una nuova tappa verso la comprensione dei modelli di riferimento nel contesto figurativo della Bologna altomedievale.
Un dialogo tra i musicisti e la città di Bologna. Si tratta di En Plein Air, un percorso musicale pensato e realizzato dagli artisti dell’Orchestra Senzaspine, associazione nata sotto le due Torri nel 2013 e che oggi raccoglie oltre 450 artisti under 35. La rassegna, iniziata il 7 luglio, proseguirà fino al 4 agosto e vedrà come protagonisti i migliori componenti dell’Orchestra, impegnati a riscoprire i giardini del Quartiere San Donato – San Vitale e del Quartiere Navile. Al pubblico la proposta gratuita di repertori molto ampi, capaci di comprendere musica classica e non solo.
Dotta perchè sede della prima università d’Occidente, Grassa per la ricchezza della sua cucina, Rossa per gli intonaci della case e il passato politico. E, infine, Turrita per l’elevatissimo numeri di torri che caratterizzarono la città tra il XI e il XIII. Una concentrazione smodata che fece di Bologna un’autentica Mahanattan dell’antichità.
Dopo la chiusura dovuta al lockdown, la Fondazione Cirulli tornerà a proporre l’Archivio Animato. Lavori in Corso. Dal 19 settembre al 13 di dicembre la caleidoscopica mostra dedicata al ‘900 sarà nuovamente visitabile negli spazi della sede della Fondazione (Via Emilia, 275, San Lazzaro di Savena, BO). Una possibilità preziosa per confrontarsi con un percorso storico e artistico inconsueto, un concept decisamente innovativo e flessibile.
Con le loro fotografie immortalarono i film pop degli anni ’60-’70, in particolar modo il filone Boccaccesco e quello della celebre commedia sexy all’italiana. Stiamo parlando del lavoro di Divo Cavicchioli, Antonio Casolini, Mario Mazzoni, i fotografi di scena i cui scatti sono celebrati in questi giorni a Bologna da CULTISSIMI-MITISSIMI-BELLISSIMI. La mostra che rimarrà aperta fino all’11 luglio presso la Galleria Spazio e Immagini, offre una panoramica del cinema e della società italiana degli anni ’60-’70 a partire da 30 scatti di gran valore, selezionati da una più ampia collezione di 300 stampe originali d’epoca presenti nella stessa galleria.
Nel cuore di Parco Cavaioni, a pochi chilometri da Porta San Mamolo, sorge Cà Shin, una villa quadrata dei primi del 900 che dopo anni di degrado e abbandono è stata riconvertita in uno spazio polifuzionale che non trova precedenti altrove. La struttura è composta da un centro culturale, che ospita mostre e spazi dedicati allo studio, un orto biodinamico a forma di teatro e, infine, un caffè bistrot che offre prelibatezze a km zero e a prezzi contenuti. Immersi nel verde di un elegante prato costellato di panchine, lampade immaginifiche e opere d’arte, sarà possibile godersi un aperitivo scegliendo tra un ampio menù di centrifugati, frozen, pestati alcolici a km zero.
A pochi passi da Porta San Mamolo, inizia il parco di Villa Ghigi. Una magnifica oasi tra le più apprezzate dalla città grazie alla ricchezza e alla varietà dei propri ambienti. Un autentico mosaico naturale che comprende lembi di bosco, piante spontanee della flora collinare, ma anche filari di peri, azzeruoli, mandorli, rusticani, fichi e, infine, alberi monumentali come alcuni consideroli esemplari arborei di tasso e cedro dell’Himalaya. In cima al parco sorge inoltre la Casa del Custode che, dopo un lungo periodo di abbandono, ha riaperto l’anno scorso grazie all’intervento di recupero dello studio Aspide di Bernardo Bolognesi. Rustico e atipico, la Casa del Custode è dunque un luogo ideale per prendere un caffè, fare una merenda con succo di frutto e crostata e, infine, godersi uno classico aperitivo a base di vino o birra.
Fienile Fluò un antico fienile restaurato, immerso nella quiete dei colli bolognesi tra calanchi e alberi secolari. Un luogo dalla straordinaria bellezza paesaggistica e che intorno al 1600 fu meta di scienziati e artisti di tutta Europa incuriositi dalle straordinarie proprietà fosforescenti di una pietra che nel territorio aveva una ricco giacimento. Oggi a condividere questo spazio meraviglioso sono l’azienda agricola La Rovere Colli di Paderno, impegnata nella coltivazione di frutta, verdura e cereali, e, infine, l’associazione culturale Crexida che si occupa della produzione di spettacoli teatrali che si svolgono all’aperto e o nel teatro ricavato dall’antico fienile. Anche qui, oltre ad ammirare una rara e incantevole vista sui colli, è possibile deliziarsi con un rifornitissimo aperitivo a buffet, presso il ristorante dell’azienda.
In questi giorni Bologna celebra un’occasione imperdibile dal punto di vista storico, artistico e culturale. Il 18 maggio a Palazzo Fava (Via Manzoni, 2) è andata finalmente in scena “La riscoperta di un capolavoro”, mostra dal respiro internazionale dedicata a una delle massime espressioni del Rinascimento Italiano: il Polittico Griffoni di Francesco del Cossa ed Ercole de’ Roberti.
La Parigi dei sobborghi, delle periferie, dei bambini solitari e irrequieti, e infine delle coppie che si baciano romanticamente per la strada. Sono questi gli scorci che Robert Doisneau, fotografo francese tra i più importanti al mondo, ha immortalato per tutta la vita e che da giovedì 21 maggio (secondo le nuove regole imposte dal Coronavirus) fino al 21 giugno saranno protagonisti a Palazzo Pallavicini (Via San Felice, 24). La mostra, curata dall’Atelier Robert Doisneau, in collaborazione con Chroma photography, espone e raccoglie 143 scatti, scelti nel 1986 da Francine e Annette figlie dello stesso fotografo, dopo un ambiziosa e poderosa selezione di 450.000 negativi, prodotti in oltre 60 anni di attività dell’artista.
“Quello che io cercavo di mostrare era un mondo dove mi sarei sentito bene, dove le persone sarebbero state gentili, dove avrei trovato la tenerezza che speravo di ricevere. Le mie foto erano come una prova che questo mondo può esistere”, affermò Doisneau in una delle sue più celebri dichiarazioni. Tutto il suo percorso artistico sessanta testimonia di uno sguardo che trapassa la superficie delle cose alla ricerca di un mondo “possibile”; forse distante dalla realtà, ma proprio per questo più poetico e intrigante. Ribelle e riluttante alle regole, la visione poetica di Robert Doisneau si nutrì della forte influenza di altri fotografi del tempo come André Kertész, Eugène Atget e Henri Cartier-Bresson che lo portò ad abbracciare e sperimentare diverse sfumature della fotografia: surrealista, documentaristica e umanista. Un insieme di tendenze e tradizioni che donarono ai suoi scatti quel tratto unico e difficilmente ripetibile: l’aura nostalgica, ironica e senza tempo degli attimi colti nel loro infinito essere.
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