C’era una volta la via Emilia, l’asse stradale lungo il quale si sono affermate le principali città dell’Emilia Romagna. Una storia lunga 2200 anni, gran parte della quale, quasi un millennio, è raccontato dalla mostra Medioevo svelato. Storie dell’Emilia-Romagna attraverso l’archeologia in corso al Museo Medievale di Bologna fino al 17 giugno 2018.
Il periodo preso in esame dalla mostra va dalla Tarda Antichità (IV-V secolo) al pieno Medioevo (inizi del Trecento): è insomma raccontato il lungo passaggio dal mondo antico alla modernità nella nostra regione. A scrivere questa storia sono state le diverse popolazioni che si sono insediate – Goti, Longobardi, Bizantini – e i nuovi centri di potere (castelli, monasteri, edifici di culto e Comuni) che si sono affermati. L’esposizione documenta questa trasformazioni sociali e culturali presentando una selezione di oltre 300 reperti, recuperati dalle intense ricerche archeologiche condotte in regione negli ultimi 40 anni. Dal missorium d’argento cesenate (piatto di uso simbolico-celebrativo) che testimonia la vita agiata di un possidente terriero nella tardantichità alle fibule di età gota rinvenute a Imola, dai reperti longobardi recuperati nella necropoli di Ponte del Rio di Spilamberto al servizio di vasellame in argento di età bizantina proveniente da Classe, dai bicchieri in legno rinvenuti a Parma al bacino (piatto) in maiolica recuperato dalla facciata della chiesa di San Giacomo Maggiore a Bologna.
Il racconto di questi mille anni di storia è organizzato in sei sezioni. La I sezione è incentrata sul tema della Trasformazione delle città, ossia sull’evoluzione dei centri di antica fondazione in rapporto ai cambiamenti socio-economici e all’organizzazione delle nuove sedi del potere (laico ed ecclesiastico).
La II sezione, imperniata sulla Fine delle ville, prende in esame l’insediamento rurale di tipo sparso, già tipico delle fattorie di età romana.
I grandi mutamenti e, in particolare, l’ideologia funeraria di VI-VII secolo, caratterizzano la III sezione dedicata a Nuove genti, nuove culture, nuovi paesaggi. La IV sezione è dedicata a Città ed empori nell’alto Medioevo. Nella V sezione vengono evidenziate le nuove forme d’insediamento (VIII-XIII secolo), quali i castelli, i villaggi di pianura, talvolta fortificati, i borghi franchi, le chiese rurali. La VI sezione è incentrata su Dopo il Mille: la rinascita delle città, con il ritorno al tema dell’evoluzione dei centri urbani, studiati nella nuova fase di età comunale.
Fino al 17 giugno 2018
Orari di apertura validi dal 01/03/2018
dal martedì alla domenica + festivi h 10.00 – 18.30
Chiuso lunedì feriali, 1° maggi



“La rivoluzione mi ha scosso con tutta la sua forza, impadronendosi della personalità, di un singolo uomo, del suo essere, traboccando dai confini dell’immaginazione ed irrompendo nel mondo sentimentale delle immagini, che diventano a loro volta parte della rivoluzione”. La frase di Marc Chagall restituisce l’impatto che ebbe su molti intellettuali e artisti la Rivoluzione d’Ottobre, della quale nel 2017 è stato celebrato il centenario.
Attraverso le opere dei grandi artisti prima ricordati, la mostra racconta il fermento culturale di quel periodo, che tra il 1910 e il 1920 ha visto nascere, come in nessun altro momento della storia dell’arte, scuole d’arte, associazioni di artisti e movimenti d’avanguardia diametralmente opposti l’uno all’altro, a un ritmo mozzafiato. Si tocca con mano la straordinaria modernità dei movimenti culturali della Russia del primo Novecento: dal primitivismo al cubo-futurismo, fino al suprematismo, costruendo contemporaneamente un parallelo cronologico tra l’espressionismo figurativo e il puro astrattismo.



Lo spettacolo che sarà proposto a Casalecchio di Reno prevede canzoni tratte dai più grandi album dei Pink Floyd (The Dark Side of The Moon, The Wall, Animals, Wish You Were Here) più alcuni brani del nuovo album dell’artista. È stato scritto che il visionario dei Pink Floyd darà con questo concerto ai fan europei un’esperienza assoluta.




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